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mercoledì 28 ottobre 2009

"Una minaccia di depressione non giustifica la soppressione di una vita"

La posizione della Chiesa: «Questa pratica disumana costituisce un ulteriore abuso rispetto a quelli vietati dalla legge 40 nelle tecniche di riproduzione assistita»

«L’embrione è un essere umano, ogni vita concepita ha pieno diritto di nascere. E’ mostruoso selezionare gli embrioni, cioè decidere a tavolino chi tra i gemelli deve morire». Il cardinale Giovanni Battista Re, ministro vaticano dei Vescovi, punta l’indice contro «un’abominevole violazione della legge naturale» e denuncia «deriva etica che porta a selezionare i feti dopo la fecondazione assistita». E avverte: «L’embrione, per la sua inalienabile dignità, non può mai essere sacrificato. La vita umana non può mai essere considerata un semplice mezzo per ottenere uno scopo».

A Torino, e sicuramente anche nel resto d’Italia, si pratica la “embrioriduzione” sulla base di una consulenza psichiatrica. Una minaccia di depressione giustifica la soppressione di una vita?
«Assolutamente no, i rischi per la salute psichica della madre sono un evidente pretesto per un’odiosa forma eugenetica. Qui si tratta di una eliminazione di esseri umani che provoca una ferita al vivere civile, un’offesa alla giustizia che interpella la coscienza di tutti. La legge naturale non vale solo per i credenti. Questi gemelli atrocemente soppressi sono membri del genere umano, con piena dignità. Questa pratica disumana costituisce un ulteriore abuso rispetto a quelli vietati dalla legge 40 nelle tecniche di riproduzione assistita, ossia il divieto di utilizzo degli embrioni a fini di ricerca, di crioconservazione, di selezione pre-impianto, di distruzione, di clonazione, di fecondazione artificiale eterologa, di riproduzione in menopausa o post mortem».

Quali sono le cause?
«Purtroppo, sempre più spesso, l’embrione viene considerato il mero prodotto di una tecnica. I prodotti si scelgono, si confrontano, si comprano, si scartano se sono difettosi. E quando non servono si buttano o si “riciclano”. In questo modo, però, vengono barbaramente calpestati i principi più sacri, ossia i valori non negoziabili che sono scritti dalla mano di Dio nella nostra natura, nel nostro essere. Selezionando embrioni si eliminano le vite degli altri. Ma ogni vita che nasce ha diritto di continuare, mentre così si sopprimono vite concepite che hanno tutto il diritto di nascere e proseguire il loro cammino».

La Chiesa interferisce con la scienza?
«E’ un principio basilare (non solo della Chiesa, ma di tutte le religioni) salvaguardare il concepito e dunque non eliminare, nelle gravidanze gemellari, uno dei feti. E’ una norma morale iscritta nella natura umana stessa. Con grande onestà anche il biologo della riproduzione Jacques Testart, uno dei pionieri della fecondazione artificiale, ammette che il fatto di avere l’embrione “esposto”, fuori dall’utero materno (cioè in provetta), e quindi “disponibile”, ha accresciuto la tentazione di “sceglierlo”».

Vede un incubo-manipolazione dietro vicende simili?
«Sì. Nel ricorso alle tecnologie riproduttive affiora il pericolo di asettiche valutazioni proposte da alcuni centri per la riproduzione assistita. Non c’è alcuna contraddizione fra scienza e fede, fra Chiesa e ricerca. Semmai, c’è il rischio che la ricerca scientifica proceda come se fosse moralmente neutra, avulsa da qualsiasi considerazione di tipo etico. La Chiesa, esperta in umanità, è assolutamente rigorosa dal punto di vista scientifico nell’individuare l’inizio della vita umana nel momento della fecondazione. Qui in ballo ci sono principi ingiustamente discriminatori nei confronti dei bambini “imperfetti” ovvero quelli che non hanno tutti i requisiti ideali per accontentare la clientela».

Cioè quali?
«Realizzare non il desiderio del bambino, ma il bambino del desiderio, come sintetizza la bioeticista Claudia Navarini. Il pericolo è l’eliminazione selettiva degli embrioni su base genetica o sanitaria, cioè l’uccisione deliberata di esseri umani innocenti. Non si può mettere in discussione tutto, anche un diritto fondamentale come quello alla vita, eppure l’embrione è soggetto di diritti. Accusare la Chiesa di oscurantismo e di anti-scientificità equivale a volerla muta di fronte alla barbarie. Ma la Chiesa da sempre promuove il bene dell’uomo. E si oppone al suo male».
 

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